Il territorio giusto

Per ogni vino, il territorio giusto

La filosofia di Flavio Prà è semplice e rigorosa: produrre ogni vino nel suo giusto territorio,  rispettando storia, tradizione e vitigni, con una vera e propria zonazione interna alla ricerca  dell’eccellenza. Il destino e la caparbietà di Flavio lo hanno portato a selezionare vigneti di alta  collina. La media di altitudine dei suoi terreni è di circa 300 metri slm. La viticoltura in altitudine  è croce e delizia per il produttore di vino. É una sfida che deve essere intrapresa per ottenere uve  di alta qualità e freschezza.  

Flavio ha scelto di piantare, ad esempio, il suo nuovo vigneto a più di 500 metri di altitudine in  Val D’Illasi. Queste vigne, circondate dai boschi, si trovano in un paradiso di biodiversità e  l’escursione termica che si crea, dona dei sentori particolari alle uve.  

Assaggiando le uve prima della raccolta, queste sono completamente diverse da un punto di vista  aromatico, donando croccantezza, note fruttate e pepate di grande finezza. 

“Quando ho visto quel posto, ho subito capito che era ideale per creare un vino di grande  complessità e longevità. Abbiamo atteso con pazienza che le piante crescessero, perché eravamo sicuri che avremmo avuto grandissime soddisfazioni. Tendo ad analizzare e al tempo stesso a  seguire il mio istinto, perché sono due le variabili da cui partiamo noi per fare vini di caratura:  terroir e uve”.

Tutti i siti sono in stretto legame con il comprensorio montuoso che domina la pianura veronese e vicentina dei Monti Lessini. Un patrimonio alpino che definisce in maniera inequivocabile la climatologia dell’intera area collinare e pedemontana e quindi delle principali aree vitivinicole a DOC del veronese. Una affascinante storia geologica che abbraccia il più grande lago glaciale italiano, la profonda Val d’Adige, fino ai vulcani sottomarini dei colli Berici Euganei. In questo grande comprensorio prealpino si distinguono le due vallate del Tramigna e del Progno di Illasi. Due profonde insenature che partendo dai Monti Lessini si prolungano verso la pianura padana. Un orientamento nord sud con un deciso dislivello, soprattutto per quel che riguarda la vallata d’Illasi, che imprime correnti d’aria costanti e decisive per una viticoltura di qualità.

Viticoltura di montagna perché tutti i vigneti si collocano a partire da 250 metri d’altitudine ma soprattutto risentono in maniera decisiva della vicinanza dei Lessini, sia per quel che riguarda la storia geologia di erosione, dilavamento e rimescolamento dei terreni, soprattutto per quel che riguarda l’impatto climatico. Una viticoltura inoltre che, soprattutto nel caso del Campo Marna 500 sfrutta pendenze molto importanti anche dell’ordine del 30 – 35 % con presenza in alcuni casi di terrazzamenti di contenimento del territorio. Il nome di questo vigneto è molto significativo e racconta di un sito collocato a circa 200 metri su un piccolo vulcano sottomarino dell’Eocene di circa 50 – 60 milioni di anni fa.L’area pedemontana che scende dai Monti Lessini in quel periodo infatti rappresentava una sontuosa barriera corallina di valore inestimabile per la sua varietà di pesci e di specie marine rare. Ne abbiamo testimonianza dalla straordinaria Pesciaia di Bolca alla sommità delle dorsali della Vallata dell’Alpone. Qui i fratelli Cerato hanno avviato una campagna di escavazione raccogliendo tra i più importanti reperti fossili che ancor oggi si possono trovare nei musei di tutto il mondo.